Mountain GuideFrancesco Salvaterra

Scappata nella “Vieja Patagonia” Chilena a Candelario Mancilla; un avamposto fuori dal tempo

Finalmente con del tempo solo per noi io e Chiara abbiamo deciso di lasciare gli agi della vita a El Chaltèn per visitare l’Estancia “candelario Mancilla”, una piccola località sulle rive del lago O’Higgins dove il tempo sembra essersi fermato agli anni 60’.

Per raggiungerla da El Chaltén prendiamo il bus per il Lago del Desierto, per attraversare ci sono due possibilità, bordeggiare il lago a piedi per un sentiero di 11 km che richiede almeno 4 ore di marcia o, come abbiamo fatto noi, prendere una costosa barca che in 40 minuti di navigazione porta sulla punta N del lago. Qui occorre farsi timbrare i passaporti in uscita dall’Argentina da dei carabineros scarsi di cervello come di cortesia e cominciare a camminare.

Per arrivare a Candelario ci sono 24 km da fare, i primi 5 o 6 sono su sentiero tortuoso spesso in salita, fino al confine con il Cile. I cileni sul loro versante hanno costruito una strada sterrata per presidiare il confine, quindi il resto del percorso è più scorrevole e ugualmente panoramico. A metà, nel mezzo della foresta sbuca una pista di atterraggio dove potrebbe atterrare un boeing; costruita sempre per “difendere” il confine da un fantomatico attacco Argentino. Chiara è al sesto mese di gravidanza, ma se la cava stoicamente, per fortuna l’ultimo tratto è in discesa. Passiamo un paio di giorni a Candelario, passeggiamo e aspettiamo la barca che venendo da villa O’Higgins dovrebbe portare a vedere l’omonimo ghiacciaio, il quarto in ordine di dimensioni in Argentina, con un fronte alto fino a 80 m a picco sul lago. Purtroppo la barca non viene, dicono per via del clima avverso, ma sospettiamo fortemente che sia perché non ha abbastanza passeggeri per giustificare il lungo e dispendioso viaggio in termini di carburante. Si tratta della classica “inculata” all’argentina (anche se siamo in Chile) per cui non ci stupiamo né dispiaciamo più di tanto. Ricardo, il proprietario, è molto gentile come il fratello Tito e sua moglie, i prezzi sono onesti e il cibo buono e genuino, carne e marmellata casereccia a volontà, affittano inoltre delle camerette e non serve portare nulla per dormire, noi avevamo appresso degli zainetti.

Per chi vuole vedere un pezzo di Patagonia completamente diverso dalle classiche rotte commerciali consigliamo una breve visita a queste zone, nei paraggi ci sono anche dei trekking stupendi quanto isolati e impegnativi, come la vuelta al Diablo, ma richiedono una preparazione e un impegno differenti.

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