Mountain GuideFrancesco Salvaterra

Torre Trieste, Cassin- Ratti.

Con questa via io e Alberto abbiamo chiuso il cerchio con quattro delle più emblematiche salite di Cassin sulle Alpi. Per entrambi la prima è stata la Cassin al Badile, la più facile.

Alberto l’ha fatta con un amico una quindicina di anni fà e per me è stata una delle prime vie difficili in ambiente, fatta più o meno nel  2009. Me la ricordo molto bella e non particolarmente impegnativa, ma va detto che tutte le volte che ritorno sui miei passi mi sembra tutto più difficile di come la ricordavo!

L’anno scorso è stata la volta della Walker, il capolavoro. Per stare più tranquilli e divertirci ci siamo andati in tre, con Marcello Cominetti. Un viaggio e una tra le salite molto impegnative anche per me, anche per la lunghezza, avevamo scalato per 18 ore di fila!

A luglio siamo stati alla Nord della cima ovest di Lavaredo: bella e impegnativa, tuttavia i tiri duri sono molto chiodati e non è lunghissima, la Trieste ci ha impegnato sicuramente di più. Forse è stato anche perché il giorno prima abbiamo fatto la Soldà alla Torre di Babele, che con i suoi dodici tiri fino al VI- non è proprio una passeggiata di piacere.

Abbiamo usato la relazione della guida Rabanser. Siamo partiti dal Vazzoler alle 4.30 di mattina, abbiamo perso un pò di tempo nel risalire il canalone (va proprio preso il primo) mentre inizialmente abbiamo tenuto il sentiero per il Torrani. All’attacco (ore 6) abbiamo incontrato Daniel Ladurner e Markus, Daniel lo avevamo incontrato anche in discesa dalla cima Ovest un mese prima! Loro hanno bivaccato all’inizio della cengia e hanno lasciato tutto li per poi prenderlo al ritorno. Siamo tranquilli perchè sappiamo che vanno veloci e li seguiamo sui primi tiri.

Primo tiro con un lungo runout su roccia delicata, molto bagnato. Terzo tiro con un tratto obbligatorio con rischio schianto su cengia, completamente bagnato, una bella sveglia! Sul quarto tiro bisogna traversare orizzontalmente, rinviato il secondo chiodo lasciare perdere il traverso basso chiodato e alzarsi con un passo fisico a una lama, si prosegue in obliquo a dx fino a una sosta appesa non bella. Non bisogna proseguire dritti alla sosta appena sopra ma traversare nettamente a sx a un’altra sosta ben visibile. Si può andare a prendere il primo chiodo del tiro successivo per fare una sosta bomba.

Qui Daniel si sbaglia e per non intopparci li superiamo. Il resto della via scorre via bene, rimaniamo sempre vicini. Fino alla seconda cengia siamo sempre all’ombra,  sopra il sole si fà sentire ma nulla di trascendentale. Tutti i tiri duri sui gialli sono purtroppo bagnati, ma sono chiodati bene e tiriamo qualche chiodo senza remore.

Avevamo paura di patire il caldo ma le temperature non sono altissime per il periodo, fino alla seconda cengia inoltre siamo all’ombra. Comunque una via tendenzialmente da primavera o autunno.

Sicuramente la parte più bella è dalla seconda cengia in poi, in ogni caso quasi tutti i tiri sono grandiosi e non mollano fino all’ultimo camino. Arriviamo in cima alle 15.30. Nell’ordine del grado merita di essere considerata una delle più belle “king lines” dolomitiche.

Decidiamo di scendere tutti assieme condividendo le corde, andiamo via abbastanza bene anche se la relazione delle doppie và tenuta d’occhio. La prima calata dalla forcella verso E è meglio farla corta (30m) poi un’altra dal 18m (invece di una unica). Per il resto ci siamo trovati, le soste sono tutte ok anche se abbiamo fatto qualche calata in più. Le corde da 50 metri bastano sia in salita che in discesa anche se noi le avevamo da 60. Alle 18.40 siamo al Vazzolèr, pronti a inforcare le mitiche e-bike.

Tariffe.

 

Tutte le foto sono di Daniel Ladurner!

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