Mountain GuideFrancesco Salvaterra

Un concatenamento delle vie di Giuliano -marzo 2021-

DIEDRO MARINO STENICO-AGOSTINA-PILASTRO GABRIELLI-VIA TENENTE TORRETTA in 10 ore.

Le vie di Giuliano Stenghel sono le prime su cui ho iniziato ad arrampicare in valle del Sarca e per me rimangono le più belle. Sono sempre linee logiche, difficili, scabrose e avventurose.

Da qualche tempo con Nicola Castagna accarezzavamo l’idea di un concatenamento, per vedere quanto saremmo stati in grado di spingere sia nella parte di arrampicata che nei trasferimenti, e vivere una giornata piena restando in movimento.

In effetti aprendo vie nuove o ripetendone su difficoltà vicino al limite si tende ad una progressione lenta, un pò ingolfata. Avevamo voglia di correre, e per farlo abbiamo pensato ad una cavalcata inanellando le più belle e ripetute vie di Giuliano in Valle del Sarca.

La strategia logistica è quella di muoverci a piedi o in bicicletta e di dividerci le vie: uno sale da primo e il secondo risale la corda a Jumar. Questa tecnica Californiana è sicuramente atipica per la valle del Sarca, ma ci è sembrata valida perché presenta alcuni vantaggi: si risparmiano energie, infatti quello che risale a jumar ha un’intera via per riposarsi prima di partire da primo per la successiva e sul terreno ripido è sicuramente più veloce. In alcuni casi abbiamo fatto short-fixing, ossia il primo arrivato in sosta recupera un tot di corda lasciandola per terra, poi fissa la corda e da il via al secondo. Mentre il secondo sale a jumar il primo continua ad arrampicare con la corda che si è recuperato.

Partiamo alle 6 del mattino da Ceniga, lasciando l’auto con le bici dentro. Attacchiamo il diedro Marino Stenico che conduce Nicola. E’ una via ripida e difficile ma anche l’unica ad essere stata molto addomesticata da fix e chiodi resinati. Giuliano aveva impiegato mezza giornata per chiodare il tiro dello strapiombo con chiodi tradizionali, ora Nicola lo supera in pochi minuti con un A0 sereno su una scala di chiodi resinati. In un’ ora siamo in cima. La traversata esposta ci porta alla ferrata e in un attimo alla grotta di attacco dell’Agostina. E’ la prima via nuova di Giuliano, aveva iniziato ad arrampicare da un anno ed è stata aperta in scarponi rigidi. Sul primo tiro non corro, la roccia è delicata. Per velocizzare metto il piede su un chiodone a U e… “crack”  questo si sposta di colpo in basso quasi uscendo! Sul passaggio chiave mentre tiro con circospezione un vecchio chiodo mi viene in mente che Giorgio Vaccari in apertura ( a 16 anni) era passato in libera e il chiodo era stato piantato da Marino Stenico in ripetizione! In tre tiri complessivi raggiungiamo il bosco sommitale, sono le 9 e siamo belli freschi.

Trekking per arrivare in Mandrea e via di corsa sul Pilastro Gabrielli: sicuramente la via più estetica e verticale: una serie continua di fessure e diedri stupendi, grande regalo della natura! Per fortuna su questa via i fix ci sono solo alle soste ed è importante che rimanga così. Nicola scala veloce e preciso, quasi solo in libera perché abbiamo pochi friends e non viene voglia di attaccarsi ai vecchi cunei.

Dalla cima scendiamo a piedi a Ceniga, facciamo una bella pausa e inforchiamo le bici. Per non rischiare di farci stirare seguiamo le indicazioni per la ciclabile che si rivela una mazzata! Non pensavamo a tutti i saliscendi delle Marocche di Dro e non andiamo mai in bici, infatti per aggiungere pepe alla giornata la mia ha un copertone con la tela in vista e quella di Nicola è senza freni, per fermarsi gratta con le scarpe. Riusciamo ad essere all’attacco della via tenente Torretta (anche conosciuta come via il magnesio dalla roccia solo alle due di pomeriggio. La parete Ghandi è un bel muro grigio scoperto e valorizzato dalle tre vie classiche di Giuliano, delle quali questa è la più continua. Ci sono dei tiri molto belli in placca e in fessura dopo un inizio friabile e scabroso, in ogni caso da scalare il libera, non ci sono molti chiodi.

Cominciamo a essere un pò stanchi e caliamo il ritmo, inoltre un freddo vento da nord ci fà battere i denti. Siamo di rientro al crossodromo alle 4 e… decidiamo di chiudere qui. L’idea era di finire con la via del Missile al Pilastro Giusti del Casale, la perla N1, ma tra salita e ridiscesa a Ceniga finiremmo per sforare sicuramente il ridicolo coprifuoco che ci hanno imposto e l’idea di scalare con questo freddo e al buio non ci entusiasma. Abbiamo fatto partire il cronometro al parcheggio dell’Eremo di San Paolo e lo abbiamo spento al Crossodromo.

Grazie valle del Sarca per averci regalato un’altra giornata memorabile e a Giuliano per aver ideato e realizzato questi capolavori nel miglior stile possibile: in giornata senza sopralluoghi e con il minimo del materiale.

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