Mountain GuideFrancesco Salvaterra

Punta Graffer, Val Gabbiolo.

Se la cima simbolo delle Dolomiti di Brenta è il Campanil Basso, in passato anche conosciuto come guglia di Brenta, la torre più emblematica del gruppo d Presanella è sicuramente l’allucinante spina della Punta Graffer, in val Gabbiolo.

Non l’avete mai sentita nominare?! E’ normale, si tratta di una scalata molto meno conosciuta e frequentata, più isolata ed impegnativa del Campanil Basso. Una cima per intenditori e appassionati di ambienti avventurosi, isolati e remoti.

Cordata in vetta alla punta Graffer, dalla torre Bignami.

La val Gabbiolo è una laterale della val di Genova dove si sono espressi Walter Bonatti, Andrea Oggioni, Carlo Mauri e Armando Aste, solo per citare i più famosi. E’ una zona estremamente selvaggia e isolata, può ricordare alcuni circoli remoti dell’alta val Masino o perchè no, le zone più facili del massiccio di El Chaltèn.

La Punta Graffer è stata dedicata dai primi salitori, nel 1952 a Giorgio Graffer, pilota di caccia ed alpinista. E’ una vetta caratterizzata da granito compatto, alta dai 400 ai 300 metri e percorsa da varie vie, delle quali solo la normale è salutariamente ripetuta.

L’accesso è molto lungo e complesso (circa cinque ore dall’auto all’attacco), per questo, come per il campanil Basso, si sale in quota il giorno precedente. Non c’è nessun tipo di rifugio o bivacco quindi si bivacca in sacco a pelo all’aperto o in tenda. L’arrampicata lungo la normale è molto bella e continua, fino al 5+/A0 o 6a+.

 

Tariffa

-650€ con un alpinista, 750€ con due


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